La Solfatara di Pozzuoli
Molti collegano la Solfatara di Pozzuoli alle eruzioni e ai terremoti ma la solfatara non è certo soltanto questo. Il legame è innegabile ma la Solfatara di Pozzuoli è uno dei siti più suggestivi della Campania
Iniziamo col dire ciò che la Solfatara di Pozzuoli scientificamente è: si tratta di un vulcano, uno dei vulcani dei Campi Flegrei, situato a pochi chilometri dal centro di Pozzuoli. La solfatara è uno dei crateri più antichi sebbene sia ancora attivo e quiescente; questo sito, però, è noto per le sue fumarole, ovvero getti di fango ad elevata temperatura. Il fenomeno viene riscontrato anche in altri siti che, proprio in onore della solfatara di Pozzuoli, vengono generalmente denominati solfatare.
Il cratere ha una grandezza di ben 770*580 metri con la porta più alta in corrispondenza del Monte Olibano, a 199 metri di altezza. Formatasi tra i 3700 e i 3900 anni fa, la Solfatara di Pozzuoli è un cratere sorto in corrispondenza del III periodo eruttivo dei Campi Flegrei.
Le visite alla Solfatara di Pozzuoli
Sarà certo il cratere di uno dei 40 vulcani che compongono i Campi Flegrei ma la Solfatara di Pozzuoli è nota, nel mondo, soprattutto per il suo grande fascino. Al suo interno sono almeno 5 i siti da vedere e da visitare.
Si parte con il pozzo di acqua minerale, un pozzo con una profondità di 10 metri dal quale fin dal Medioevo veniva prelevata acqua minerale caratterizzata dal elevato contenuto di sali minerali. Dalle molteplici proprietà curative, l’acqua della Solfatara di Pozzuoli veniva correntemente utilizzata per la cura dei problemi di stomaco, per gli attacchi di vomito, contro la scabbia e per distendere la tensione.
Subito dopo c’è la cosiddetta fangaia, frutto della commistione tra acqua piovana, vapore acqueo e terreno argilloso. A causa del calore, la fangaia ribolle rilasciando un fango caratterizzato dalla presenta di numerosi minerali come sodio, arsenico, zinco, vanadio, antimonio, boro e rubidio. Ovviamente dalla fangaia vengono emessi anche dei gas a temperature che oscillano tra i 170 e i 250 gradi.
Immancabile le cave: fino agli anni 50 del secolo scorso, infatti, venivano estratti alchitrachite, allume e bianchetto.
Lo spettacolo più bello è indubbiamente quello della Bocca Grande, ovvero la principale fumarola della Solfatara di Pozzuoli, quella da cui viene fuori l’inconfondibile odore di zolfo. Dalla fumarola fuoriescono vapori a temperature prossime ai 160 gradi, vapori caratterizzati da sali come cinabro e orpimento.