Museo Civico Gaetano Filangieri
Siamo in Via Duomo 288, nella via dei Musei, lì dove ogni giorno passano migliaia di turisti per raggiungere, ovviamente, il Duomo o più semplicemente centro storico, Spaccanapoli, Via dei Tribunali, Piazza San Domenico e i luoghi più belli e più visitati di Napoli. Qui c’è un luogo fantastico con un patrimonio di più di 3000 opere di vario genere. L’intera raccolta, e la nascita stessa del Museo, si deve a Gaetano Filangieri che nel 1881 chiese al Comune di Napoli di poter allestire le opere a Palazzo Como, esempio del rinascimento toscano.
In realtà Palazzo Como, ovvero l’odierno Museo Civico Filangieri, era parzialmente diverso da come siamo abituati a vederlo oggi. In origine, infatti, era circa 20 metri più avanti e dell’edificio originario resta ben poco. All’epoca dei lavori del Risanamento si decise di arretrare l’opera di 20 metri allineandola a Via Duomo in modo da evitarne l’abbattimento. Resterà la facciata in bugnato e i muri perimetrali. L’idea del Museo Civico avrebbe consentito al Comune di recuperare un edificio di rara bellezza.
I lavori iniziarono soltanto 2 anni dopo: nel 1883 iniziano le opere di riqualificazione dell’edificio che l’8 novembre 1888 sarà restituito alla cittadinanza in tutto il suo splendore.
Il dramma riguarda però le opere del Museo Civico Filangieri che, nel 1943, andarono in gran parte distrutte in un incendio. Nel 1943 le opere furono trasferite a Villa Montesano, a San Paolo Belsito: fu qui che i tedeschi provocarono l’ennesimo atto di distruzione. Un incendio devastò la villa e distrusse gran parte delle opere tra cui dipinti di Botticelli, Solimena e Luini.
Il Museo Filangieri riaprirà i battenti nel 1948.