Una foto che ritrae la Scultura di Gaetano Pesce in Piazza Municipio a Napoli

Chi è Gaetano Pesce, lo Scultore di Tu Si Na Cosa Grande

Gaetano Pesce. Designer. Scultore e artista italiano, famoso nel mondo per le sue opere: è l’autore dell’opera Tu sì ‘na cosa grande che tanta ironia sta suscitando tra i napoletani

Un omaggio a Napoli, a quella Napoli alla quale Gaetano Pesce era tanto legato. Un’opera realizzata poco prima di morire e ultimata nell’aprile del 2024. Gaetano Pesce è stato uno dei principali esponenti del design italiano. Ligure di nascita, la sua attività principale, nonostante i successi come designer, fu quella di scultore. Gli esordi sono caratterizzati proprio dalla scultura e, nonostante la fama sia arrivata per il grande ruolo di progettista, quest’arte non abbandonerà mai il suo percorso professionale.

Gaetano Pesce studia architettura a Venezia per poi proseguire con l’istituto di disegno industriale sempre nel capoluogo veneto. Poco dopo entra a far parte del Gruppo EnneA insieme ad altri artisti del calibro di Alberto Biasi, Manfredo Massironi e Sara Ivanoff.

Nel 1972 la partecipazione alla mostra del Museum of Modern Art di New York “Italy: the new domestic landscape”. Fu proprio a New York che visse gran parte della sua vita fin dal 1983. Le sue opere oggi sono esposte nei principali musei di arte moderna del mondo.

L’opera di Gaetano Pesce a Napoli

Il Pulcinella di Gaetano Pesce, inaugurata il 9 ottobre, raffigura proprio il vestito stilizzato del pulcinella partenopeo; accanto due cuori installati nella classica posa con la freccia a trafiggerli. Tu sì ‘na cosa grande è un omaggio a Napoli, un omaggio a quella città alla quale lo scultore e artista ligure era profondamente legato. Il legame è simboleggiato proprio dai due cuori, posti accanto ad uno dei simboli dell’identità napoletana, il Pulcinella stilizzato.

L’installazione dell’opera di Pesce a Napoli rappresenta, in sintesi, una sorta di testamento. Gaetano Pesce con questa scultura ha voluto rappresentare non solo un legame profondo con la napoletanità ma anche una cifra stilistica che va dall’amore per l’imperfetto a quello per lo scarto.