Fiano di Avellino, le caratteristiche e gli abbinamenti del vitigno
Origini e Caratteristiche del Fiano di Avellino
Il Fiano, noto anche come Apianum, ha radici antiche. Plinio il Vecchio lo descriveva come un vino così pregiato che veniva versato solo una volta nei banchetti. Oggi, il Fiano di Avellino è un vino DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) che si produce in diversi comuni della provincia di Avellino, tra cui quelli che hai correttamente elencato: Avellino, Lapio, Atripalda, Cesinali, Aiello del Sabato, Santo Stefano del Sole, Sorbo Serpico, Salza Irpina, Parolise, San Potito Ultra, Candida, Manocalzati, Pratola Serra, Montefredane, Grottolella, Capriglia Irpina, Sant’Angelo a Scala, Summonte, Mercogliano, Forino, Contrada, Monteforte Irpino, Ospedaletto d’Alpinolo, Montefalcione, Santa Lucia di Serino e San Michele di Serino.
Caratteristiche Organolettiche Il Fiano di Avellino si presenta con un colore giallo paglierino più o meno intenso. Il suo profumo è gradevole, intenso e fine, con note floreali e fruttate. Al palato, è fresco e armonico, con un’acidità equilibrata. La sua acidità totale minima è di 5,0 g/l.
Fiano di Avellino, zona di produzione e terroir
La zona di produzione del Fiano di Avellino è un territorio che incanta per la sua bellezza e la sua storia. Si estende per 27.600 ettari a nord di Avellino, in parte compresa nel Parco Regionale del Partenio. Questi luoghi, baciati dal sole e accarezzati dai venti, sono ideali per la coltivazione di questo vitigno autoctono.
Terreni e Clima I terreni dei comuni di Avellino, Lapio, Atripalda, Cesinali, Aiello del Sabato, Santo Stefano del Sole, Sorbo Serpico, Salza Irpina, Parolise, San Potito Ultra, Candida, Manocalzati, Pratola Serra, Montefredane, Grottolella, Capriglia Irpina, Sant’Angelo a Scala, Summonte, Mercogliano, Forino, Contrada, Monteforte Irpino, Ospedaletto d’Alpinolo, Montefalcione, Santa Lucia di Serino e San Michele di Serino, sono caratterizzati dalla presenza di argilla. Questo tipo di suolo è fondamentale per la maturazione regolare dell’uva. L’argilla trattiene l’acqua e i nutrienti, garantendo una crescita sana delle viti. Inoltre, la scarsa presenza di scheletro siliceo-calcareo contribuisce a mantenere l’acidità fissa del Fiano di Avellino.
Il clima è mediterraneo, con estati calde e secche e inverni miti. La brezza che arriva dal Tirreno e l’altitudine dei vigneti (tra i 300 e i 700 metri sul livello del mare) creano un microclima ideale per la viticoltura. Le escursioni termiche tra il giorno e la notte favoriscono l’accumulo di zuccheri e l’equilibrio degli acidi nel Fiano.
Vigneti e Tradizioni I vigneti di Fiano di Avellino si estendono su pendii soleggiati, dove le viti affondano le radici in un terreno ricco di storia. Qui, le tradizioni contadine si intrecciano con le tecniche moderne di coltivazione. I viticoltori lavorano con passione e dedizione, rispettando i cicli della natura e seguendo i dettami della DOCG.
L’Anima del Fiano Il Fiano di Avellino è un vino che racchiude l’anima di questa terra. Ogni sorso è un viaggio tra i profumi dei fiori di campo, le note di frutta bianca e la freschezza dell’aria di montagna. È un vino che parla di radici profonde e di un legame indissolubile tra uomo e natura.
Fiano di Avellino e Greco di Tufo a confronto
Il Greco di Tufo, altro vitigno campano, condivide alcune caratteristiche con il Fiano. Entrambi sono bianchi e si prestano all’invecchiamento. Tuttavia, il Greco di Tufo è più aromatico, con sentori di frutta matura e agrumi. Mentre il Fiano è più elegante e floreale, il Greco di Tufo è più audace e intenso. Entrambi sono vini di grande personalità, ma ognuno con il suo stile unico.
Fiano e Falanghina, le differenze
La Falanghina dei Campi Flegrei, prodotta nell’area vulcanica dei Campi Flegrei, è un’altra perla campana. Questo vino bianco è fresco e fruttato, con sentori di pesca e agrumi. Rispetto al Fiano e al Greco di Tufo, la Falanghina è più leggera e immediata, perfetta per l’estate e gli aperitivi.
In sintesi, il Fiano di Avellino brilla per la sua eleganza, il Greco di Tufo per la sua intensità e la Falanghina dei Campi Flegrei per la sua freschezza. Ognuno di questi vini racconta una storia diversa, ma tutti e tre sono un omaggio alla ricchezza enologica della Campania.