Coronavirus a Napoli, la fase 2 per ripartire
Anche per la città di Napoli si inizia a pensare alla fase 2 (ma non mancano le polemiche)
Il 3 maggio è alle porte: i napoletani dovranno attendere ancora ma, in fondo al tunnel, dovrebbe esserci quella fase 2 per la quale anche la Regione Campania inizia a programmare le iniziative e le misure da adottare per consentire la ripresa, pur contenendo ancora il contagio e favorendo il distanziamento sociale.
Il Presidente De Luca ha lanciato l’appello alle istituzioni, alle associazioni di categoria e alle parti sociali perché siano avanzate proposte in vista della fatidica fase 2 ma non si potrà prescindere dalle tre condizioni ormai fondamentali.
Toccherà innanzitutto garantire il distanziamento sociale: è condizione imprescindibile come lo è l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale. Guanti e mascherine saranno obbligatorie. Ma soprattutto, toccherà continuare ad evitare qualsiasi possibilità di contagio e ridurre l’ormai noto Rt al di sotto dello zero. È quello il parametro.
Ma non tutte le attività riapriranno. Non tutto ci sarà concesso nel breve periodo. Per ora resta esclusa la possibilità di partecipare ad eventi pubblici come i concerti o comunque toccherà immaginare che le ultime attività a riaprire i battenti siano bar, pasticcerie e locali.
Ogni attività dovrà garantire il distanziamento sociale, la distanza minima tra le persone, il cosiddetto droplet.
Rispetto alle premesse c’è comunque da attendersi che dal 3 maggio qualche passo in avanti sarà fatto; sarà garantito maggiore spazio alla mobilità, a maggior ragione in Campania dove il fenomeno risulta assolutamente contenuto, soprattutto rispetto alle realtà del centro e del nord Italia.